Sin da quando siamo piccoli ci viene insegnata l’importanza di condividere, di aiutare il prossimo e di collaborare, e in questo lo sport di squadra è l’esempio più calzante.
Se alcuni sport sono fatti per essere giocati da soli, invece, quando c’è una squadra significa che il singolo non va da nessuna parte, se non gioca come parte dell’insieme. Parafrasando una famosa frase giapponese, a livello individuale il giocatore è una goccia, ma la squadra è un oceano… E con la potenza di un oceano si può vincere il campionato.
Vantaggi e benefici del gioco di squadra
Non è un caso che pediatri e psicologi consiglino sempre la partecipazione dei bambini negli sport di squadra: questo tipo di attività porta vantaggi e benefici non indifferenti a livello sociale, ma anche di salute. Come dimostra uno studio riportato su questo articolo, infatti, anche solo giocare a calcio con gli amici a livello non professionale è in grado di migliorare la salute fisica di un individuo, per esempio abbassando il livello di colesterolo.
Di certo però è la mente a riscontrare i maggiori benefici, e non solo individuali: ne risente in positivo la collettività, e di conseguenza si ottengono migliori risultati a livello sportivo. Quando tutta la squadra è sulla stessa lunghezza d’onda, per rimanere in tema di “oceano”, è lì che la motivazione di ognuno raggiunge i massimi livelli e le prestazioni migliorano. Quando un giocatore percepisce il supporto dei suoi compagni, è lì che riesce a darsi la carica e tirare fuori il meglio delle sue capacità, spesso a livelli che nemmeno credeva di poter raggiungere.
Tutto è possibile, però, quando si fa squadra. Non a caso i migliori goal sono sempre preceduti da assist ben piazzati. Come accade spesso nelle scommesse calcio, infatti, una squadra generalmente sfavorita può ribaltare i pronostici e vincere grazie all’unione dei giocatori, che non si vedono come singoli ma come un’entità unica e indivisibile.
Quando la collaborazione porta alla vittoria
In un mondo in cui l’intelligenza artificiale può imparare a simulare le nostre mosse, ciò che ancora ci distingue è la capacità di provare emozioni: è questo che muove una squadra e la porta a vincere. La solidarietà gli uni con gli altri, il supporto emotivo, l’accompagnarsi nel viaggio anche nei momenti difficili: con queste qualità, davvero non c’è storia con le altre squadre disunite e non coese.
Un esempio concreto di quanto la collaborazione tra giocatori sia efficace a livello di gioco è di certo il Milan di Sacchi negli anni ‘88/90, con la formazione storica tra cui spiccavano nomi come Van Basten, Maldini e Gullit. Ciò che più si ricorda di quelle annate è proprio il fantastico gioco di squadra messo in campo dai giocatori, che sembravano corpi mossi da una stessa mente. Ed è stato con questo spirito coeso che arrivarono allo scudetto alla fine della stagione 1987-1988: se il Napoli di quegli anni poteva contare sulle incredibili peripezie di Diego Armando Maradona, il Milan fu agevolato proprio dalla forza di unità dei suoi giocatori, che entravano tutti in campo con la mente e con il cuore e ragionavano come undici parti di uno stesso corpo, con lo stesso valore e la stessa importanza a livello di gioco. Per quanto possa essere forte un singolo giocatore, infatti, il calcio non è un gioco individuale: tutta la squadra soffre, tutta la squadra corre, arriva in porta e vince.
Chi si pone l’obiettivo di arrivare in porta e segnare senza guardare in faccia nessuno, sta facendo qualcos’altro, di certo non parte di una squadra.