Nel corso dell’era moderna, la primissima cremazione all’interno del nostro stato è avvenuta nel 1822, anno durante il quale venne fatto cremare il poeta inglese Percy Shelley, che morì a causa di un annegamento nel golfo di La Spezia. Il corpo del poeta fu interamente bruciato nella spiaggia di Viareggio, al di sopra di una pira sparsa di balsami vari sul desiderio dell’amico intimo Byron. Nel corso di quel periodo di primo Ottocento numerosi pensatori, soprattutto igienisti e politici sostennero la pratica cremazionista. Personalità importante nel sostegno di questa posizione fu l’insegnante di fisiologia dell’università di Roma, il prof Moleschott.
La Gazzetta medica italiana
Una delle osservazioni più significative è stata fatta dal docente di farmacologia dell’Università di Padova, il prof. Ferdinando Coletti, un vero e proprio patriota del risorgimento che ha fondato la Gazetta medica italiana. Questo professore ha letto nella storica seduta dell’accademia di scienze una lettera dell’11 Gennaio 1875, chiamata “memoria sulla incinerazione dei cadaveri”. Dalle riunioni del periodo ottocentesco sono nati i primi apostoli della riforma: da un lato il dott. Vincenzo Giro pubblicò le sue “osservazioni sulla incinerazione dei cadaveri”, mentre il professore Giovanni Du Jarden pubblicò sul giornale genovese “la salute” alcuni principi della cremazione dei cadaveri sotto il versante igienico ed economico. In seguito a Parigi, nel 1867, nel corso del congresso internazionale dei feriti durante il periodo di guerra, il dottore Piero Castiglioni e il dottor Agostino Bertani ha elaborato i famosi ed eloquenti discorsi sulla cremazione nell’Ottobre del 1869 a Firenze. In seguito a questi interventi, il congresso si è sbilanciato votando una mozione nella quale si richiedeva che “con tutti i mezzo a disposizione ci si attivasse per ottenere in maniera del tutto legale un alto livello di igiene e che l’incenerazione dei cadaveri fosse sostituita con un progettato sistema di inumazione.
La legge sull’igiene: Luglio 1888
Nel mese di Luglio del 1888 è stata approvata la legge sull’igiene e sulla sanità pubblica del regno, chiamata anche legge Crispi. Questa legge ha prescritto la cremazione di cadaveri umani che deve essere realizzata all’interno dei crematori approvati e gestiti dal medico della provincia. Da quella legge i comuni cominciarono a concedere sempre gratuitamente l’area utile all’interno dei cimiteri per la costruzione dei crematori, per le realizzazione delle urne cinerarie e per possibili cappelle monitorate.
Quella della gestione dei cadaveri è una realtà complessa e ricca di passaggi burocratici: visitando il sito web funeraliroma.it si potranno avere molte informazioni riguardanti questo mondo, complesso sia a livello documentale che sul piano emozionale.