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Investire in digitale durante l’emergenza sanitaria: i dati

L’Osservatorio Digital B2B ha evidenziato come il 24% delle aziende durante la pandemia ha investito in trasformazione digitale e come il COVID-19 abbia avuto un impatto importante sull’innovazione in termini di investimenti, organizzazione e competenze.

La digitalizzazione ha avito inizio già alcuni anni fa, ma la pandemia ha allargato il divario tra le cosiddette imprese digitali e quelle che non lo sono ancora e faticano a garantire la continuità operativa dell’attività. Chi ha saputo avviare una forma di digitalizzazione, affidandosi ad esempio ad una web agency per la realizzazione di siti internet a Roma, ma anche nel resto d’Italia, ha saputo fronteggiare meglio l’emergenza rispetto a chi ha visto nel digitale solo un obbligo normativo.

Lo scenario italiano: pandemia e web

Il periodo 2020-2021 è stato particolare per le aziende italiane, dato che la pandemia ha rallentato diversi settori. Su 5 milioni di Partite IVA il fatturato del B2B è stato di poco più di 2.500 miliardi di euro con una riduzione dell’8% rispetto al 2019.

L’eCommerce B2B valeva nel 2020 406 miliardi di euro pari al 20% del transato interno e con una riduzione del 6% rispetto al 2019. La continuità operativa garantita dalla transazione digitale permette alle aziende di conservare la posizione sul mercato e per questo saranno sempre più le imprese che adotteranno le nuove tecnologie a supporto dei processi aziendali. Il 49% degli imprenditori, ad esempio, dichiara che la pandemia ha dato un forte impulso alla digitalizzazione dei processi B2B e si tratta di una percentuale in crescita rispetto agli anni precedenti, quando le imprese disposte a intraprendere un percorso di trasformazione digitale erano molte meno.

Come detto, il 24% delle aziende ha compreso la necessità di investire in Realizzazione Siti Web e altre soluzioni digitali per l’integrazione e la collaborazione di filiera. Tra le tecnologie più adottate ci sono la gestione della firma digitale (33% delle imprese), la digitalizzazione dei processi interni (30%), la conservazione dei documenti in modo immateriale (26%) e la digitalizzazione del processo di pagamento (20%).

Sono proprio le attività amministrativo-contabili quelle necessarie a mantenere la continuità operativa, anche con una gestione del lavoro da remoto e basata sullo smart working. Meno percepita è stata la necessità di innovare la supply chain e il processo di acquisto, sentita solo dall’11% delle aziende.

Crescono, invece, gli investimenti in comunicazione, promozione e marketing digitale con le web agency che ricoprono a Roma come in tutta Italia un ruolo da protagoniste.

Pandemia: una spinta alla digitalizzazione

Il 18% delle aziende aveva avviato già nel 2020 processi di digitalizzazione in particolare firma digitale, strumenti per lo scambio di documenti e software a supporto dei processi interni e della conservazione digitale. Poche sono invece le imprese che hanno innovato il monitoraggio di filiera e introdotto tecnologie innovative come la blockchain e l’AI o strumenti per l’automazione dei processi.

Di sicuro in questa spinta alla digitalizzazione portata dalla pandemia un ruolo dominante è stato svolto dalle attività di realizzazione siti web, per permettere all’impresa di restare in contatto con i clienti e continuare a vendere nonostante il distanziamento sociale e il lockdown. Si tratta di una risposta concreta ai mutati cambiamenti nei comportamenti e nelle abitudini di consumo, mutamenti che caratterizzeranno anche gli anni a venire.

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