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Patrono di Ancona: chi era Ciriaco di Gerusalemme? Come è diventato patrono della città?

Ciriaco è un termine greco che vuol dire “dedicato al Signore“. Con questo termine, infatti, vengono identificati vari santi, tra cui il patrono di Ancona, Ciriaco di Gerusalemme, titolare della cattedrale della città. Secondo la storia, Ciriaco è stato vescovo di Gerusalemme e martire sotto l’imperatore Flavio Claudio Giuliano, ucciso il primo maggio del 363, durante un pellegrinaggio in Terra Santa. Patrono di Ancona, dove è conosciuto anche con il nome dialettale di Ceriàgo, viene venerato da più di un millennio, ed è stato dichiarato santo dalla chiesa cattolica e da quella ortodossa.

Patrono di Ancona: chi era Ciriaco di Gerusalemme? Come è diventato patrono della città?

Nato a Gerusalemme, con il nome di Giuda, i suoi genitori furono Simeone e Anna, ma, tranne questo non si conosce molto di più sulla sua infanzia e sulla sua vita in generale. La leggenda narra che nell’anno 326, la madre dell’Imperatore Costantino I, l’Imperatrice Flavia Giulia Elena si recò nella Città Santa alla ricerca della Croce dove venne crocefisso Gesù Cristo. Secondo alcune voci, sembrerebbe che solo il Rabbino fosse a conoscenza del luogo segreto dove era stata sepolta la croce. Il Rabbino in questione era proprio Rabbino Giuda, all’epoca Rabbino presso una locale Sinagoga. Ma, una volta individuato l’uomo, quest’ultimo non volle rivelare il posto dove si trovava la Croce. A quel punto, l’Imperatrice Flavia Giulia Elena mise in atto una serie di torture e sofferenze per convincere il Rabbino a confessare. Questo venne lasciato per ben sei giorni in una cisterna vuota, senza poter né mangiare né bere, e solo allora, Giuda decide di rivelare all’Imperatrice tutto ciò che sapeva. La Vera Croce venne ritrovata il 3 maggio del 326, data in cui il Santo si convertì al Cristianesimo e accolse il sacramento del battesimo dal Vescovo di Gerusalemme Macario, che lo rinominò Ciriaco, che in greco vuol dire “dedicato al Signore”. Il battesimo avvenne in presenza dell’Imperatrice Elena. In virtù del ritrovamento della Croce, avvenuto per merito di Ciriaco, colui viene anche ricordato come “inventor Crucis” ovvero “ritrovatore della Croce”.

Successivamente, Ciriaco venne nominato Vescovo di Gerusalemme da Papa Silvestro I nel 327, per il suo impegno nel diffondere la Fede Cristiana e il racconto dei Vangeli. Ma, nel 363, sotto l’Imperatore Flavio Claudio Giuliano, Ciriaco morì, ma non prima di esser stato arrestato e torturato. Le torture che il Santo subì furono: la mutilazione della mano destra, l’obbligo ad ingurgitare piombo fuso, la fustigazione, venne gettato in una fossa piena di serpi velenose e l’immersione nella pece bollente. Solo alla fine venne trafitto alla testa da una spada, e morì. Lo stesso giorno, il primo maggio, anche la madre venne torturata e poi bruciata viva. Entrambi vennero sepolti ai piedi del Golgota, nelle vicinanze dove venne recuperata la Santa Croce. La Chiesa fissò la data del ricordo di questo martirio il 4 maggio, proprio a causa del suo rapporto legato al Ritrovamento della Vera Croce. Le spoglie del Santo vengono conservate nel Duomo di Ancona, che in dialetto viene anche chiamato “el Domo de San Ceriàgo”, proprio in sua memoria. La città di Ancona lo ricorda ogni anno con una serie di ricorrenze che hanno inizio dal primo maggio, per terminare il quattro maggio con la Processione dal Santuario a Lui dedicato.

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