Economia

Azienda protestata: quali sono le difficoltà e come risolverle

Qualsiasi azienda può incontrare un momento di crisi a causa di vari motivi, ad esempio una gestione poco oculata, fenomeni esterni o l’assenza di un piano aziendale accurato. Se non si interviene prontamente il rischio maggiore è la mancanza di liquidità, infatti quando si finiscono i fondi o non si ha più accesso al credito è possibile incappare nel temuto protesto.

Un’azienda protestata è come una macchina senza benzina, bisogna spingere per andare avanti ma la strada spesso è in salita. Nonostante si tratti indubbiamente di una condizione complessa, è comunque possibile trovare strumenti di supporto per andare avanti. Vediamo quali sono le difficoltà e come risolvere il protesto di un’azienda nel modo migliore.

Come un’azienda diventa protestata

Quando non si riescono ad onorare i pagamenti, ad esempio con i fornitori o i propri dipendenti, potrebbe manifestarsi una condizione di protesto. In questo caso viene notificato un atto ufficiale all’azienda, da parte di un ufficiale giudiziario o un notaio, con il quale viene accertato il mancato saldo di debiti e pendenze di vario genere.

Dopodiché le situazioni di protesto vengono segnalate dalle Camera di Commercio, con l’inserimento negli appositi registri informatici. Qui i soggetti accreditati possono ottenere informazioni come l’atto di protesto, i dati del debitore e il tipo di debito rimasto insoluto, ad esempio una cambiale o un assegno.

Un’azienda protestata che si trova a corto di fondi deve affrontare una serie di difficoltà, condizioni complesse che possono portare al fallimento e alla liquidazione dell’impresa. La più grave è l’impossibilità di accedere al conto corrente aziendale, senza il quale non riesce a far fronte a un momento complicato, per mandare avanti l’attività e superare la crisi.

Come mandare avanti un’azienda protestata

Dopo la notificazione dell’atto di protesto è possibile ritrovarsi con i conti aziendali bloccati, un’opzione che di fatto impedisce di lavorare. Una soluzione immediata in grado di risolvere tale criticità è aprire un conto corrente per aziende protestate, rivolgendosi a società specializzate in questo tipo di servizi per le imprese segnalate.

Essere inseriti nelle banche dati come cattivi pagatori, infatti, non consente di accedere al credito, poiché banche e finanziarie negano la concessione di nuove linee di finanziamento. Fortunatamente alcune imprese offrono servizi specifici, rivolti esclusivamente alle aziende protestate, per garantire la possibilità di far fronte a un momento di crisi e riprendersi evitando il fallimento.

In questo modo, sebbene rimangano escluse linee di credito e non si possano versare o emettere assegni, si riesce a mantenere una certa operatività grazie all’utilizzo di un conto corrente e delle relative carte di pagamento. Ad esempio si possono effettuare e ricevere bonifici, noleggiare veicoli e realizzare pagamenti, ovvero tutte quelle operazioni che invece sono precluse a un’impresa protestata.

Come cancellare un protesto bancario

Strumenti come i conti corrente per protestati sono un’ottima soluzione per evitare il blocco totale dell’attività, tuttavia appena possibile è fondamentale cancellare il protesto. Si tratta di un’operazione piuttosto complessa, poiché non basta saldare quanto dovuto ed estinguere il debito, ma è indispensabile seguire una serie di procedure e riabilitare la posizione dell’impresa.

Se la causa della segnalazione è stata una cambiale o un assegno, in questo casi bisogna rivolgersi al tribunale di riferimento, per sapere come procedere e qual è l’iter preciso da seguire. Ovviamente è essenziale ripagare il debito entro 12 mesi dall’attivazione del protesto, quindi bisogna versare sia l’importo dovuto sia tutte le somme aggiuntive come interessi, more e sanzioni.

Poi devono essere presentati i documenti richiesti dal tribunale di competenza, comprese le ricevute dei pagamenti, atti che dovranno essere analizzati dal Giudice incaricato della pratica. Una volta ottenuto il via libera da parte del tribunale è necessario richiedere la cancellazione del protesto, operazione da realizzare presso la Camera di Commercio.

Salvo eccezioni o irregolarità, se tutto viene gestito correttamente, entro 20 giorni sarà possibile pulire il nome dell’azienda e togliere finalmente l’iscrizione al registro. La domanda deve essere presentata dal rappresentante legale dell’impresa protestata, entro 5 anni dalla ricezione della notifica, pagando i costi della pratica come la marca da bollo da 16 euro e un costo fisso di circa 8 euro per ogni assegno o cambiale protestata.

Aziende in crisi: cosa fare e come evitarlo

Il protesto di un’azienda è una situazione piuttosto complicata, con conseguenze spiacevoli per tante famiglie, lavoratori e altre imprese. Per questo motivo è fondamentale gestire i momenti di crisi, cercando di non finire in una condizione dalla quale è estremamente difficile uscire. Innanzitutto è importante muoversi in anticipo, prima che sia troppo tardi e non ci siano più fondi sufficienti per pagare fornitori, collaboratori e imposte.

Per farlo è indispensabile pianificare un piano di rilancio aziendale, partendo da un’analisi dettagliata della situazione attuale, risalendo alle motivazioni della crisi per cercare di capire il perché delle difficoltà riscontrate. Un’opzione immediata è il taglio dei costi, tuttavia non deve essere effettuato in maniera occasionale, ma soltanto dopo aver individuato reali possibilità per contenere le spese meno essenziali.

Dopodiché bisogna avere il quadro generale dell’azienda, soprattutto per quanto riguarda la condizione finanziaria ed economica, dunque mettere in atto una strategia di ottimizzazione dei costi e pagamento dei debiti. In questo caso è fondamentale contattare i creditori per primi, studiando assieme un modo per dilazionare le somme ed evitare il rischio di un protesto. Infine è necessario monitorare con attenzione ogni passaggio, controllando tutto affinché si riesca a passare un momento di crisi e rilanciare la propria azienda.

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