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La scena rap romana: tra cultura, moda e musica

Se il rap è nato negli Stati Uniti in Italia ha sicuramente incontrato terreno fertile, tanto che oggi ne troviamo ancora una presenza molto forte non solo nell’underground. In particolare è il rap romano una delle scene più attive in questo momento, al centro di un cambio culturale grazie all’inserimento delle nuove leve.

Da sempre abbiamo visto un connubio multiculturale nel nostro Paese, dove questa nicchia ha saputo col tempo ritagliarsi un’importanza sociale non da poco. Lo sanno bene i ragazzi di Wiledog.com, un e-commerce gestito da una delle aziende streetwear più in voga al momento, al fianco degli artisti romani nella scena rap della capitale e non solo.

Infatti la musica importata dagli afroamericani a stelle e strisce è molto di più di un genere, un vero e proprio movimento che trova espressione in tutto ciò che riguarda l’arte e la cultura. Le influenze e le contaminazioni sono dappertutto, dalla grafica alla moda, dallo sport all’arte, mantenendo sempre quel rapporto stretto con i giovani e la cultura urban.

La storia del rap romano delle origini

La scena del rap romano nasce circa 40 anni fa, quando questo nuovo movimento parte dagli Stati Uniti e sbarca nella penisola. I primi approcci sono a Milano, Torino e Roma, tuttavia è proprio nella capitale che l’hip hop americano trova il suo spazio. È in questi anni che si creano delle crew, dei gruppi multiculturali formati non solo da rapper ma anche da chi preferisce esprimersi con la breakdance, il freestyle e la street art.

Storico il locale della Galleria Colonna a Roma, oltre a una serie di ambienti underground dove si riunivano giovani provenienti da tutta Italia, con una presenza nutrita anche di appassionati dall’estero. Il rap romano diventa un must nei centri sociali e nei centri occupati, dove trova sfogo per la sua creatività, in questo modo i rapper possono sentirsi liberi di dire ciò che pensano senza censura.

Negli ’90 diventa piuttosto conosciuto il collettivo Onda Rossa Posse, il quale con il singolo Batti il tuo tempo riesce a pubblicare il primo vinile rap in Italia. Qualche anno più tardi è la volta degli Assalti Frontali, che a Roma propongono il disco Terra di nessuno. Tuttavia la scena di quegli anni è tutta dei Colle der Fomento, un altro collettivo romano all’interno del quale troviamo Piotta, uno dei nomi simbolo del rap old school in Italia.

La situazione attuale del rap a Roma

Gli anni duemila hanno visto una lunga e accesa discussione nell’ambiente del rap italiano, uno scontro anche piuttosto duro iniziato verso la fine degli anni ’90. In particolare alcuni artisti difendevano la scelta di rimanere fuori dalle produzioni commerciali, con progetti di autodistribuzione e la presenza soltanto nei locali underground adeguati.

Altri invece scelgono il grande pubblico, lanciano hit e si avvicinano al pop, decisione che viene spesso vista come un tradimento. Oggi il rap romano è cresciuto, come d’altronde nel resto d’Italia, di fatto proponendo una scena ricca di contaminazioni, generi e correnti, molte delle quali si fatica a etichettare e rimangono una sorta di ibrido indefinito. Senza dubbio il rap attuale è più libero rispetto a quello di ieri, infatti ogni interprete può scegliere la sua strada senza troppe restrizioni.

La scena romana attuale sta cambiando, con il progressivo abbandono delle crew e una maggiore apertura, tanto che molti artisti parlano spesso di sentimenti, amore e disagi, argomenti che prima rimanevano un tabù. Tra i personaggi più in vista troviamo ovviamente Ultimo, reso celebre dall’apparizione al Festival di Sanremo, Sercho che ama definirsi un artista di rottura e un musicista sinfonico, Achille Lauro e Dark Polo Gang.

In particolare la capitale sta vivendo un momento particolare, in cui oltre al classico hardcore puro e crudo si stanno affacciando nuovi artisti e proposte più varie, con contaminazioni reggae, trap, indie e molte altre ancora. Se alcuni appassionati storcono il naso, sembra proprio che i giovani gradiscono questo ampliamento dell’offerta, di modo che ognuno possa trovare il suo spazio, dire la sua e sentirsi libero.

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