Salute

Tricopigmentazione? Contro la calvizie

Non tutti accettano a cuor leggero di ritrovarsi senza capelli. Se ciò può rappresentare un problema estetico e  psicologico per la donna, sono tanti anche gli uomini che non vogliono rinunciare ad una chioma folta, nonostante madre natura, o qualche malattia, possa aver riservato loro un futuro senza capelli. Oggi esistono una serie di rimedi contro la calvizie, tra cui la tricopigmentazione. Che cosa è e come funziona? Ecco una panoramica.

Tricopigmentazione cosa è

La tricopigmentazione, sostanzialmente, è la dermopigmentazione del cuoio capelluto. Lo scopo è creare un effetto rasato o uno scurimento delle zone diradate, a seconda della tecnica utilizzata. La tricopigmentazione prevede specifiche attrezzature come aghi speciali e pigmenti dedicati. Tale tecnica mira a un miglioramento estetico in caso di alopecia e come  trattamento di esiti cicatriziali.

Esistono diverse Accademie di tricopigmentazione specializzate in corsi di tricopigmentazione per imparare questa tecnica.

Alopecia cosa è

Col termine alopecia si indica, in generale, la perdita e la mancata ricrescita dei capelli. L’alopecia può essere di tre tipi: cicatriziale (risulta danneggiata la papilla dermica e quindi non si può più ottenere ricrescita dei capelli); non cicatriziale (reversibile in quanto c’è una inibizione temporanea della papilla del pelo); pseudo alopecia (capelli strappati o spezzati a cauda di eventi traumatici, chimici, infettivi o per anomalie congenite al fusto).

Tricopigmentazione come funziona

In sostanza si impiantano nel cuoio capello dei microdepositi puntiformi di pigmenti castani o grigiasti, ottenendo un effetto rasato del cuoio capelluto, realistica e naturale. Sono posizionati nel derma superficiale, ad opportuna distanza l’uno dall’altro.

Un’altra tecnica ha l’effetto di scurire la cute, in modo da avere un apparenza di infoltimento. Vengono utilizzati pigmenti bioriassorbibili, il cui effetto può durare da 4 a 16 mesi circa, oppure pigmenti definitivi. Occorre aggiungere che i pigmenti da tricopigmentazione vengono modificati chimicamente, in modo da dare una stabilità cromatica nel tempo, riducendo ogni possibilità di cambi di colore, col viraggio al rosso.

I pigmenti definitivi sono usati raramente, perché i puntini tengono ad allargarsi e a diventare verdi.

Tricopgimentazione come si effettua

Il lavoro della tricopigmentazione si svolge con almeno due sedute, a distanza di 50 – 60 giorni. La prima seduta dura circa 2 ore per settore del cuoio capelluto, la seconda circa 90 minuti per area interessata.  Una volta l’anno bisognerà ritoccare il lavoro.

La dinamica con cui si eseguono i “puntini” somiglia al movimento di una pallina che rimbalza, da cui il nome “bounce”, cioè “rimbalzo”. Un’altra tecnica utilizza dei piccoli capelli di 8-10 mm e si chiama short hair: serve a coprire cicatrici da autotrapianto e in tecniche come il dermatoppik che si usa per il diradamento localizzato.

Che cosa si usa

Per la tricopigmentazione si utilizza un macchinario con aghi appositi per il cuoio capelluto che gestisce elettronicamente la potenza dell’impulso, impostando specifici programmi per il trattamento su cicatrici, hairline, con effetto dermatoppik e con effetto bounce. Anche i pigmenti sono specifici e contengono un additivo speciale che riduce i fenomeni di migrazione del colore.

 

Si tratta di una tecnica all’avanguardia per i casi di alopecia localizzata (persone che hanno perso capelli dopo uno shock emotivo o donne post parto), per cicatrici della cute, inestetismi causati dagli auto trapianti.

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