Salute

Parti prematuri: da cosa dipendono? Quanto sono rischiosi?

Circa il 7 % dei parti in Italia (circa 32000) avviene prematuramente, ma che cosa li provoca? Quanto sono pericolosi, effettivamente, per il bambino? E quali rischi ci sono per la madre?

Le cause

Un parto si può definire prematuro quando avviene con circa tre settimane di anticipo rispetto alla data prevista. L’OMS li classifica in tre categorie, ossia i prematuri lievi o moderati, nati tra le trentadue e le trentasette settimane, i molti prematuri, se il parto avviene tra le ventotto e le trentuno settimane, e gli estremamente prematuri, ossia prima delle ventotto settimane.

Le cause di un parto che avviene prima del tempo previsto possono essere diverse, a cominciare dallo stress, le infezioni nel tratto urinario o genitale, una distorsione eccessiva dell’utero (che succede spesso nei casi di parti gemellari) o un’emorragia nella placenta, causata a sua volta da un distaccamento precoce dell’utero. Tra gli altri fattori che anticipano il parto ci sono anche il fumo, dei problemi di salute (come il diabete), l’obesità, un precedente parto precoce, etc.

C’è chi pensa che possa dipendere anche dall’età della partoriente, soprattutto se ha superato i trentacinque anni, ma degli scienziati sono convinti che non sia uno dei motivi principali. Uno studio condotto dal Max Planck Institute, in Germania, su delle nascite avvenute in Filandia tra il 1987 e il 2000, ha evidenziato che il rischio di un parto prematuro può salire del 2 % tra le partorienti che vanno dai venticinque e i ventinove anni, e del 4 % per quelle che superano i quarant’anni, ma che hanno uno stile di vita poco sano.

I rischi di un parto prematuro

Un parto troppo anticipato può rappresentare un rischio sia per il bambino che per la madre. Anche se le possibilità di sopravvivenza sono aumentate, nei Paesi ad alto reddito, un neonato che nasce troppo in anticipo, oltre ad un peso al di sotto della media, può presentare vari problemi di salute, come delle difficoltà respiratorie o dei danni neurologici, soprattutto se venuti al mondo prima delle ventotto settimane. Nelle madri, invece, aumenta il rischio che possano insorgere problemi cardiovascolari.

Un modo per evitare i parti prematuri non esiste, ma ci sono comunque dei comportamenti da adottare perché ciò non avvenga. Oltre a fare i dovuti controlli, la gestante deve anche seguire un regime nutrizionale attento, evitare di far passare un breve lasso di tempo tra una gravidanza e l’altra, non affaticarsi sul lavoro, non fumare, e se arrivasse al parto prima del tempo, valutare attentamente con il suo medico le opzioni.

I sintomi di un travaglio anticipato sono gli stessi di quello regolare, come contrazioni, perdite vaginali, un mal di schiena costante, crampi addominali e pressione pelvica, ossia quando si ha la sensazione che il bambino stia spingendo verso il basso.

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