carrà e soffici
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Corrente artistica di Carrà e Soffici: qual è la storia dei “valori plastici”? Cosa si sa dei due artisti?

Spesso di parla di corrente artistica di Carrà e Soffici, ma di cosa si tratta? Ardengo Soffici e Carlo Carrà presero parte alla corrente dei valori plastici, che si sviluppò all’inizio del XX secolo. La corrente prese il nome da una rivista antimodernista fondata a Roma che promuoveva l’arte classica, e diffuse le idee estetiche della pittura metafisica. La rivista dai valori plastici fu fondata nel 1918 dal pittore io Mario Broglio.

L’arte dei valori plastici, precisamente, puntava a rivalutare la tradizione, promuovendo i valori nazionali già diffusi in quel periodo. La rivista, purtroppo, ha una durata brevissima, e pubblica il suo ultimo numero nel 1922. Con lei termina anche il movimento artistico.

La corrente artistica di Carrà e Soffici: che cos’è l’arte dei valori plastici e di cosa si tratta

L’arte dei valori plastici nacque nel 1918, e prese il suo nome dall’omonima rivista fondata a Roma da Mario Broglio. Su questa rivista si diffondeva le idee estetiche della pittura metafisica.
A questa corrente artistica presero parte diversi artisti italiani che facevano parte di un’avanguardia. Tuttavia, gli artisti appartenenti alla corrente dei valori plastici ricercavano una pittura e una scultura legata alle tradizioni. Nelle loro opere, inoltre, vi è un deciso ritorno alla figurazione.
Nel movimento dei Valori Plastici vi era un rifiuto delle avanguardie, e un richiamo all’ordine, il desiderio di ripristinare le tradizioni nazionali e internazionali anche nell’arte locale, allontanandosi quindi dal futurismo. Vi era il profondo desiderio di ritrovare il senso della pittura, andato perduto negli anni della guerra, e tutto ciò era possibile solo attraverso la riscoperta della tradizione storica.
Nei diversi numeri della rivista, gli autori appartenenti alla corrente dei valori plastici pubblicavano articoli oppure proponevano alcuni dei loro lavori. Questi, spesso, erano delle riproduzioni di opere di altri artisti, sia italiani che stranieri, come accadde per esempio nel 1919 quando fu diffuso un intero numero dedicato al cubismo, e alla riproduzione dei dipinti di Picasso.
La rivista non ebbe lunga vita, e purtroppo cessò la sua pubblicazione nel 1922. In questi quattro anni la rivista arrivò ad influenzare anche il mondo letterario, tanto che prese vita la rivista La Ronda, dove si condividevano le medesime idee dei valori plastici.

Carrà e Soffici: le loro opere

Carlo Carrà  e Ardengo Soffici furono due grandi sostenitori del movimento dei Valori Plastici.
Di Carlo Carrà si ricorda “Le figlie di Loth”, un dipinto che celebra lo stile di Masaccio, composto da forme geometriche e immagini sintetiche. Nel 1921 terminò “il pino sul mare”, un’opera ispirata a quelle di Giotto, con scene luminose e prevalenza di colore azzurro.
Di Soffici, invece, ricordiamo “Bottiglia bianca e mela” del 1919. L’opera è molto simile a quella del collega Carrà, ispirata al periodo del post-impressionismo.
Sia Soffici che Carrà si sono ispirati a pittori italiani delle correnti passate. Avevano un forte interesse per il cubismo e per l’arte metafisica del Novecento, e lo dimostrarono con i loro interventi nella rivista.

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