battaglia di wagram
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Napoleone vi affrontò gli austriaci nel 1809: ecco cosa c’è da sapere sulla battaglia di Wagram

La battaglia di Wagram fu combattuta da Napoleone e il suo esercito contro gli austriaci nel 1809. Il combattimento ebbe luogo a nord del Danubio, attorno al villaggio di Wagram, oggi un piccolo comune nella Bassa Austria.

Precisamente fu combattuta tra i 5 e il 6 luglio del 1809, ed è ricordato come uno degli scontri più violenti e sanguinosi delle guerre napoleoniche. Questa battaglia, infatti, vide un numero considerevole di vittime, e coinvolse più di 300.000 soldati. Fu una guerra lampo, che si concluse nel giro di un giorno e mezzo, con la vittoria di Napoleone e del suo esercito.

Battaglia di Wagram: lo scoppio

Nonostante la pace di Presburg, nel 1809 l’Austria invase alcuni territori dell’Italia settentrionale e la Baviera, nel tentativo di riprenderseli dopo la cessione alla Francia del 1805. Questi territori, infatti, l’Austria li aveva persi dopo la sconfitta nella battaglia di Austerliz.

Muovendosi rapidamente, gli austriaci riuscirono in poco tempo a conquistare Monaco, riprendendo anche parte del territorio bavarese. Napoleone rimase indispettito da questo attacco, e rispose all’affronto sconfiggendo gli austriaci in quattro diverse battaglie, e conquistando Vienna.

L’esercito austriaco, capeggiato dall’arciduca Carlo, si ritirò lungo il Danubio, resistendo agli attacchi dei francesi. L’armata francese, quindi, stanca e senza più viveri o munizioni, si rifugiò a Lobau, un’isola nel mezzo del Danubio, che permise ai soldati di riposare e ottenere ristoro prima di riprendere la guerra. Qui, i francesi vi rimasero per circa un mese, con l’obiettivo di cogliere gli austriaci di sorpresa.

Napoleone fece costruire un ponte per attraversare il Danubio con le sue truppe per attaccare gli austriaci. Nel frattempo l’esercito austriaco si ritirò intorno al villaggio di Deutsch-wagram, nella speranza di riuscire a fermare l’esercito napoleonico.

Curiosità sulla battaglia di Wagram

Napoleone lasciò l’isola di Lobau nella notte tra i 4 e il 5 luglio con una truppa di 162.000 uomini. Il suo esercito era composto da quattro corpi dell’armata d’Italia, dal corpo sassone, dalle riserve, e dalla guardia imperiale.

L’armata dell’Arciduca Carlo aveva circa 60.000 unità in più di quelle di Napoleone, avendo quindi la possibilità di attaccare su vasta scala. L’armata di Napoleone, essendo formata da diversi corpi, aveva la possibilità di una grande mobilità, pertanto, nonostante aveva a disposizione meno soldati, riuscì a sconfiggere gli austriaci colpendo da più direzioni.

Inoltre, l’imperatore mise in atto la “grande batteria“, ovvero una barriera di centododici cannoni da 6 a 24 libbre, allineata su un fronte di quasi due chilometri. Questa strategia gli permise di decimare l’esercito austriaco, e di sconfiggerlo con un ultimo attacco capeggiato dal generale Jacques MacDonald.

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